La lettura dei libri in Italia, dati e prospettive

 

Ebook
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Nel 2006 solo il 60,5% della popolazione di 6 anni e più (pari a 33 milioni e 351 mila persone) aveva letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi.

Secondo l'ultimo rapporto ISTAT (http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110511_00/testointegrale20110511.pdf) nel 2010 il dato è ancora peggiore: solo il 46,8% dei lettori dichiara di leggere almeno un libro l’anno. Se si approfondisce il dato diventa preoccupante, poiché quasi la metà del numero anzidetto afferma di aver letto fino a 3 libri, mentre il 15,1% ne ha letti 12 o più nell’ultimo anno.

Questa piccola cornice definisce il perimetro della trasformazione che ogni impresa editoriale deve intraprendere. Gli ebook hanno un ruolo ormai centrale in ogni piano di sviluppo futuro.

Amazon fa da lepre e il suo vantaggio competitivo si basa sia sugli sconti raggiunti per mezzo degli imponenti volumi sia per la profilazione degli utenti. Con minori costi di produzione e di distribuzione, gli ebook sono spesso offerti a prezzi calanti e così sconvolgono l’intera catena di produzione del valore. In aggiunta alcuni autori si “auto-producono” e cercano di crearsi in tutti i modi una visibilità sufficiente per distinguersi dalla folla dei concorrenti.

I classici editori, presi nel mezzo, devono uscire da questa stretta mortale e trovare nuove vie d’intermediazione e filtro. Pena l’estinzione. Si può cambiare la proporzione tra libri di carta e digitali a piacimento, ma è un gioco a somma zero, data l’attenzione dei lettori. Purtroppo quest’ultima non può cambiare drasticamente: il tempo di lettura rimane immutato. Magari la novità del basso prezzo potrà creare una bolla di consumo per via di una spinta compulsiva. L’offerta di libri si amplia, i forti lettori comprano sempre qualcosa, ma alla fine leggono sempre meno. Di qui la classica crisi: per i lettori pile da leggere e per gli editori profitti in picchiata.

Paradossalmente più il prezzo è basso più si è sensibili alla sua variazione.

Quando diventa zero cambia completamente il modello di business. Molti autori sconosciuti al grande pubblico sono tentati da quest’ultima strada per raccogliere attenzione. Così il mercato affonda. Qualcuno direbbe verso il baratro, poiché se il prezzo è zero vuol dire che non bisogna essere più competitivi degli altri con la qualità o la produttività. Vuol dire che non c’è più mercato.

Quindi si può prevedere che il lavoro dell’autore, almeno del debuttante, per scalzare la concorrenza non avrà mai un valore economico.

È alquanto bizzarro: l’assenza di prezzo rischia di diventare il reale vantaggio competitivo. Saranno disposti gli autori a sopportare questo modello che prevede una perdita secca? Lo faranno certamente per auto-pubblicarsi con gli ebook; non c’è nemmeno più bisogno di investire un grande capitale iniziale. 

C’è da chiedersi però come sarà possibile filtrare queste opere. Nessuno ne avrà il tempo, nemmeno di sfogliarle. Il pendolo, spinto dalla forza di Amazon, si sta muovendo verso il lato dell’offerta e in Italia nel contempo il consumo diminuisce.

Tornano in mente i timori espressi nel libro di Aldous Huxley che nel “Mondo nuovo” immaginava il giorno in cui non ci sarà nessuno desideroso di leggere i libri. Per non restare paralizzati davanti a una scelta infinita, abbiamo bisogno di nuovi filtri e più intelligenti.

Con una chiosa finale si potrebbe dire che le suddette opinioni non fanno testo, comunque la situazione è sempre più difficile da leggere. Resta una certezza: oggi il ruolo dell’editore è più utile che mai.