Io me lo immagino seduto sul divano a riflettere. Solo con il suo stupore. Certo la manovra di Ferragosto non è stata di facile comprensione.
Lacrime e sangue, fumo e polvere, ma niente, lui da questa festa ne esce immacolato.
Eppure, pensava, ci dovrà essere una ragione per la quale tutto quel dramma e urgenza non ha prodotto per lui effetti negativi in termini di più tasse da pagare. Com’è stato possibile?
Possiede decine di ville, appartamenti, garage e auto di classe a volontà. E uno yacht, che senza non sei nessuno.
Pur con tanta ricchezza immobiliare e affitti che gli consentivano una bella vita, non riusciva a trovare una ragione plausibile per questa esenzione. Poi si alzò di scatto, poiché ebbe l’idea di prendere il libro di economia dalla sua libreria. Erano passati troppi anni dalla sua laurea, per questo aveva un ricordo troppo sfumato della differenza tra reddito e ricchezza.
Aprì il libro, cercò l’indice e lesse con rinnovato interesse.
Si ricordò allora che i redditi sono un flusso e le ricchezze sono uno stock. Costatò che i primi sono stati limati a partire dai 90.000 euro, l’età della pensione si raggiungerà sempre più tardi, che si lavorerà di più per l’eliminazione di alcuni giorni festivi e, infine, si presume che si guadagnerà di meno per via delle modifiche ai contratti collettivi nazionali.
Ma per le ricchezze, nulla di tutto ciò era previsto.
Poi comprese, continuando il percorso di ricerca su un libro di storia, che nel passato contava molto da come si parte, in altre parole, dalle dotazioni iniziali.
E che storicamente le diseguaglianze sono cresciute più per le differenze dei patrimoni che per il reddito. Sospirò. Anche qui nessuna modifica in previsione.
Il concetto di mobilità sociale era per lui un dilemma: non sapeva decidersi se era invocato dagli umili oppure dagli sventurati. In entrambi i casi non se ne curava.
Adesso aveva un quadro un po’ più chiaro: nelle ricchezze c’è tutto il patrimonio ereditato dai suoi avi, e da questo lui ne ha tratto benessere, istruzione, salute…e opportunità che aveva moltiplicato (anche con mezzi irriferibili) all’infinito.
Spense la luce fredda del televisore, pensò felice ai suoi figli e sprofondò di nuovo sul divano. In quel momento capì che gli ultimi anni non erano passati invano. Per lui.