Fin dal 1992 lo davano già per morto. Eppure era ancora nella sua infanzia.
Poi è sopravvissuto a mille cambiamenti, ma ora che le grandi aziende prendono le distanze comincia a sentirsi davvero male.
C’è una regola in economia: quando l’offerta supera la domanda, di norma i prezzi scendono. Ma attenzione, può succedere che i prezzi scendano anche se entrambe le curve aumentano.
È il caso dei PC, che sono stati ridotti a commodity a causa dell’eccesso delle performances rispetto alla domanda reale e per via dello standard di fatto. Pertanto ora può competere solo chi li produce al costo più basso.
Qui subentra la necessità di innovare per competere con altri prodotti in diversi mercati.
L’innovazione è quindi la necessità di differenziarsi nel mercato concorrenziale. Dicono gli economisti che quando il prezzo eguaglia il costo marginale i beni diventano commodity e di conseguenza si azzerano i profitti. Senza profitti attesi il mercato non è attraente e si cerca di uscire per qualcosa di più remunerativo.
Sì, ma con cosa?
Per esempio con il cloud computing e la sua controparte periferica.
Il cloud rappresenta un modello a disposizione delle aziende per spostare tutto il possibile in rete per essere più efficienti nell’erogazione dei servizi informatici. La stessa efficienza si ricerca nell’estremo opposto: l’alleggerimento dei dispositivi nelle mani dei consumatori, dismettendo i pesanti PC per usare tablet o smartphone.
Non si vede più spazio per il PC con il pesante fardello dell’hardware e l’intero stack software da mantenere ed aggiornare.
Chi deve temere tale trend?
Chi ritiene di voler resistere sia nel business consumer sia nell'enterprise.
Non può avere grandi speranze di successo, poiché i livelli d’investimento sono così elevati e con ritorni incerti che forse ora non ci sono più le condizioni per avere il piede in due scarpe.
Dalla fallimentare esperienza di Nokia, che era interessata solo a fare buon hardware, possiamo trarre alcune prime ipotesi.
Se si è competitivi nel fare:
– hardware a basso costo, allora va bene continuarlo a costruire, ma bisogna avere la forza per farlo su scala globale.
– software di qualità, allora si può vendere telefonini e tablet con l’hardware (embedded).
Con quest’ultimo punto si apre uno scenario immenso.
Siamo sempre meno sono disposti a pagare gli oggetti ingombranti e sempre più propensi a pagare per i dati e la loro manipolazione.
Da bene a servizio. Dal materiale all’immateriale.
Sicché i puri prodotti hardware perdono feeling presso gli utenti, a vantaggio dell’esperienza. La caratteristica ricercata dalle persone è la qualità “social” del software, poiché è per mezzo di tale interfaccia che interagiscono tra loro.
Il PC non è morto, ma è finita l’era della sua tecnologia, ove lo stato dell'arte definiva e vincolava il mondo delle nostre esperienze. Infatti, prima si costruiva il processore e poi si scrivevano i programmi per quell’architettura.
Oggi Apple fa l’esatto contrario.
Il suo software per i dispositivi mobili ha un enorme successo, perché nell'economia della conoscenza sono le idee che si comprano e si scambiano sui media sociali. Media che sono costituti da persone che fanno il business, non da meri prodotti.
Esse cercano le ultime esperienze nei moderni spazi sociali che diventano, per i produttori, la nuova terra delle opportunità.