Non ringrazieremo mai abbastanza quella scimmia che abbandonò la frescura dell’albero sul quale viveva e incamminandosi diede vita all’evoluzione dell’uomo. Così come dobbiamo ringraziare quell’uomo che invece si fermò dopo la semina, e così partì quel portentoso mezzo di sostentamento dell’umanità che è l’agricoltura.
Ci sono stati altri indiscutibili eventi miliari ai fini del progresso, basti pensare al fuoco e alla ruota, ma c’è sempre stata una corrente di pensiero che mette in dubbio un’altra grande innovazione umana: la moneta.
Sappiamo tutti quanto essa sia indispensabile per superare gli inconvenienti del baratto; è un bene fungibile, nel senso che permette di scambiare il suo valore quasi con tutto. La critica è rivolta non alla moneta in generale ma riguarda principalmente l’eccesso di domanda della moneta, con tutte le sue perverse conseguenze.
Facciamo un Fast forward verso il presente per l’immancabile parallelismo tra l’economia e la tecnologia.
Anche la tecnologia è messa in discussione per la sua eccessiva pervasività. In termini equivalenti, prendendo quindi a prestito le funzioni della moneta, anche la tecnologia ha:
– un valore d’uso (inteso come facilità d’impiego)
– un valore di scambio (come si connette con gli altri)
– una riserva di valore (per la sua unica caratteristica di essere necessaria per costruire la prossima tecnologia).
Oggi diamo la colpa alla tecnologia, in particolare all'eccessiva facilità con cui permette lo scambio illegale e la conseguente distruzione del valore delle opere artistiche o intellettuali. Se non ricompensiamo l’artista non possiamo godere della sua arte. Pensiamo al fatto che senza il mecenatismo non avremmo ereditato l’arte del Rinascimento. Gli artisti devono pur avere un mezzo per sostenersi.
Nel passato, prima della moneta, non era necessario vendere per sopravvivere, bastava lo scambio. Ora la moneta può scambiare beni da un capo all’altro del mondo in un attimo; non è necessaria la prossimità fisica, basta la fiducia.
Il consumatore, ove possibile, preferisce scambiare attenzione piuttosto che denaro. È un modello riservato ancora per pochi mercati, ma la tendenza è chiara: l’artista è diventato il prodotto ed è la pubblicità a venderlo.
Internet ci aiuta nella scelta del miglior autore per informarci (libri e giornali) ma anche per intrattenerci (musica e film). Internet è anche uno strumento per la fruizione (per cui non ringrazieremo mai abbastanza Tim Berners-Lee) e che ci permette -in alcuni settori- di tornare indietro, nello scambio senza moneta. O di andare molto avanti nel tempo, per mezzo di fiducia, reputazione e pubblicità, nonostante la SIAE.