Qualche tempo fa abbiamo scritto che il passato è read only (immodificabile, possiamo solo leggerlo) mentre il futuro è write only, possiamo solo scriverlo, quindi sarà meglio farlo bene –e insieme- perché parte della nostra vita sarà una delle conseguenze derivanti dalla qualità di questa scrittura collettiva.
Ora aggiungiamo che, per ogni balzo in avanti, la tecnologia digitale accelera la scrittura e arricchisce di molto i dati che lasciamo nel passato. A pensarci bene è un lusso dei nostri tempi, di certo gli antenati non avevano tempo e modo di ricordare il passato. Ci sono però due metodi per riprendere e studiare i dati: con le retrodizioni e con le spiegazioni.
Nelle retrodizioni è come se un ragno (spider) cercasse di ricostruire tutti i nodi della ragnatela (web) partendo dal risultato finale, cioè oggi. Le connessioni tra gli eventi (link) esistevano nella realtà del passato, ma oggi anche grazie a questi strumenti, si palesano. Però dobbiamo ripercorrere tutti i passi al contrario: read backward.
Nelle spiegazioni invece partiamo dai dati più lontani nel tempo, per studiare le conseguenze che sono già evidenti nel presente. È la direzione della storia: read forward.
Nel grafico in alto si vuol rappresentare che nel passato ci sono tanti più dati, e un presente di elaborazione (che si sposta in avanti) per predire o fare inferenze sul futuro. Il computer rende sempre più efficienti e rapide queste operazioni. Il ciclo di Schumpeter di distruzione creativa si accorcia, la sua frequenza aumenta nell’economia di rete. I tempi lenti sono finiti, forse per sempre.
Il nostro passato si allunga (perché aumenta la nostra vita media e le capacità di guardare indietro) mentre il futuro si accorcia, e arriva sempre prima.
Twitter: @massimochi