Ogni volta che abbiamo imparato come utilizzare al meglio la Natura abbiamo avuto un incremento demografico.
È stato sempre cosi, ci siamo sempre più riforniti di cibo, fin da quando abbiamo imparato l’agricoltura e l’allevamento degli animali. Il boom demografico che abbiamo avuto fin dall’inizio del Novecento è stato accompagnato dalla distribuzione dell’energia, altra componente fondamentale del progresso tecnologico.
Sia il cibo sia l’energia sono sempre state scarse, anche per questo abbiamo creato due entità complementari (Stato e mercato) per gestirle. Quando abbiamo deciso di cedere il potere all’autorità statuale abbiamo in qualche modo protetto noi stessi dalle prevaricazioni e abbiamo affidato al mercato la ricerca dell’efficienza nell’allocazione delle risorse.
Ora stiamo migliorando anche la comunicazione, e ogni volta che abbiamo collegato le persone tra loro è successo che il mondo è cambiato: basti pensare alle strade realizzate dai Romani o alle ferrovie.
Dal punto di vista immateriale, cioè delle informazioni, consideriamo la stampa, la radio e la televisione. In pochi decenni abbiamo avuto prima i computer che ci hanno arricchito di stock computazionali, poi flussi di informazioni che viaggiano sulle autostrade digitali. Tutte queste innovazioni hanno conseguenze non lineari, proprio come i processi bottom-up della Natura.
È un processo che disorienta ma non può essere arrestato. Il progresso è ineluttabile, però possiamo passare attraverso due forme di crisi:
– dell’input, ossia dove rifornirsi di energia?
– dell’output, ossia chi compra i beni prodotti?
In entrambi casi eventi dalle incalcolabili conseguenze dell’attuale sistema economico e non solo.
Con tali repentini cambiamenti dobbiamo essere flessibili mentalmente e più determinati nella direzione verso la destinazione prefissata. È contro intuitivo: più i tempi cambiano più bisogna pensare al lungo periodo. Come diceva Seneca, chi non sa dove andare trova sempre il vento contrario.
Chi è allo stesso tempo sia fonte di distrazione sia guida?
Lo smartphone.
Un utente medio controlla lo smartphone 150 volte al giorno. Basta osservare il comportamento dei ragazzi per rendersi conto che non è un’esagerazione, purtroppo. Non occorre attendere gli arti robotici, la tecnologia è già dentro noi.
Ed è anche fuori di noi –naturalmente- infatti quando farà diventare abbondante il cibo (con l’OGM) e l’energia (con il solare) a diventare abbondante sarà l’Uomo. Lo stiamo già vivendo con la corrispettiva scarsità di lavoro (che non ci trova).
Twitter: @massimochi
Evoluzione della popolazione in ogni continente. L’asse verticale è in scala logaritmica, in milioni di abitanti.