Milano al centro del sistema blockchain. In questo fine settimana si ritrovano nel capoluogo lombardo gli esperti mondiali del sistema alla base del bitcoin. Per confrontarsi su nuove applicazioni per il business. Ma anche per far evolvere l’ecosistema delle criptovalute
Per i non iniziati, sembra inaspettato il successo dell’ecosistema italiano nel campo della blockchain e delle monete come bitcoin. Solo due esempi evidenziano i casi più eclatanti. Il primo è l’esperienza che due imprenditori – Vincenzo Di Nicola, il creatore del sistema dei pagamenti GoPago venduta ad Amazon e Christian Miccoli, padre del Conto Arancio di Ing – mettono a disposizione per consentire a una fetta più ampia possibile di popolazione di gestire i bitcoin con la loro soluzione chiamata Conio, a breve sul mercato.
L’altro è un convegno: l’8 e 9 ottobre il Politecnico di Milano diventa un epicentro mondiale dove la comunità tecnica che sviluppa la blockchain per bitcoin si incontrerà con il fine di migliorare la capacità del protocollo per supportare un più alto numero di transazioni. Ci saranno esperti di crittografia, come Adam Back per esempio, un luminare addirittura citato dal famoso paper seminale di Satoshi Nakamoto. Il programma non è esclusivamente tecnico dal momento che, per la prima volta, si parlerà anche di fungibilità (la capacità di sostituzione reciproca, come per il contante) delle criptovalute, con ricadute ancora maggiori rispetto agli aspetti tecnici.
I requisiti oggettivi per ospitare l’evento chiamato “Scaling Bitcoin” sono volutamente protesi a raggiungere il maggior numero di persone. Vale a dire trovare un luogo conveniente a livello internazionale per ospitare fisicamente un incontro con 300 persone, con lo streaming video in diretta. Inoltre, deve essere evidente e chiaro che ci deve essere una comunità locale vivace e forte che non solo supporta l’hosting della manifestazione, ma che tutto questo venga inserito nel suo prospero ambiente di startup, al fine di dare un forte sostegno delle imprese tradizionali. E le imprese si aspettano benefici da questi incontri.
“La blockchain è una tecnologia nata senza aggregazioni d’impresa che l’ha supportata, sempre realizzata tra esperti disseminati in tutto il mondo – sostiene Pindar Wong, l’organizzatore mondiale dell’evento-. La compresenza fisica degli esperti a Milano garantisce una comunicazione chiaramente migliore, per arrivare a un dibattito molto più limpido, e aumenta anche la velocità dei cambiamenti da inserire nel codice. Quindi oggi si mettono insieme le migliori menti a disposizione dell’ecosistema per realizzare concreti servizi per il business, non solo fintech. Per esempio in Italia sono nate delle startup che hanno ottenuto un riconoscimento internazionale, pensiamo a Greenaddress, un portafoglio digitale, a Eternitywall per servizi notarili.
Una notizia che colpisce è l’iscrizione all’evento da parte di molti studenti, il che depone a favore delle prospettive imprenditoriali, poiché questi sviluppatori iniziano ad aver contatti internazionali che poi potranno applicare nelle imprese italiane che adotteranno queste tecnologie.
Wong spiega perché ha scelto Milano: “Anche se ci sono fattori soggettivi per la scelta di qualunque città per ospitare un evento, come sapete, ci sono scienziati e ingegneri – così amiamo i dati, non la retorica … fatti non finzione! Chiaramente vi era un forte sostegno per ospitare il prossimo evento in Europa, un nostro sondaggio evidenziava una preferenza per oltre il 40%. Una delle risposte al sondaggio era da parte di Giacomo Zucco, il ceo di Blockchainlab. Ci siamo incontrati durante la Consensus 2016 di New York. È stato molto convincente. Dopo abbiamo incontrato altri leader locali come Simona Macellari e Gabriele Domenichini… insomma Milano è stata una scelta ovvia!”.
E’ una scelta felice, non ci sono motivi per i quali ciò non debba accadere in Italia. Si tratta solo di quando, ormai c’è esperienza e piena consapevolezza di questi cambiamenti.
Twitter: @massimochi