L’Italia è l’Inferno o il Paradiso delle startup?

C’è da leggere l’articolo di Massimiliano Magrini che menziona i casi di successo delle startup italiane, mentre Armando Bondi critica i nostri tanti difetti.

Le posizioni si possono così riassumere:

–  provateci, anche se pochissimi ci sono riusciti

–  non ci provate in Italia, è una guerra persa.

Entrambe le prospettive hanno un senso, ma sono incentrate solo sul terreno dell’economia, cioè sugli investimenti dei Venture Capital. Probabilmente i ritorni -non economici- sono molto più grandi, soprattutto in sviluppo personale e professionale. Questo è il capitale che prima di tutto deve crescere.

Se ci limitiamo a parteggiare per uno dei due approcci restiamo fermi. Tra l’illudere i ragazzi e il timore di deprimerli c’è solo la strada dei sacrifici. Dobbiamo spingerli a sperimentare, in ogni caso ci si porta avanti perché li forgia per le scelte successive.

Chi avvia un’iniziativa imprenditoriale, oltre lavorare ogni giorno per fatturare, impara a prendere decisioni difficili e a decidere tra alternative. Inizia a parlare con i clienti, capisce i rischi del mercato e le opportunità da cogliere, i più bravi prima degli altri.

Più importante di tutto, entra in contatto con una rete di persone. Proprio la supposta presenza (o assenza) di un ecosistema che propizia l’imprenditorialità è il punto che necessita due parole.

Per farci comunicare sono nati i miti di Facebook e Twitter, e hanno davvero cambiato il mondo; così come Airbnb e Uber per fornirci servizi di ospitalità e spostamenti. Esse sono multinazionali ma decentralizzate, non hanno molti dipendenti, ma una rete di collaboratori. Sono delle micro-multinazionali.

Ma come sono cresciute? Per fattori esterni: il pubblico ha adottato l’idea; e per fattori interni, incontrando le giuste persone, istituzioni e capitali.

Quindi la conclusione è che il Paradiso non è un territorio delimitato geograficamente, come la California, è invece un luogo dove le persone lavorano con un metodo per favorire il fenomeno imprenditoriale.

L’ecosistema che un’azienda si crea intorno deve comprendere tutto il mondo. L’invenzione può scaturire da una sola persona, ma l’innovazione si ottiene in gruppo, con persone diverse tra loro, che lavorano su diverse cose per far emergere inaspettati risultati.

Oggi l’Italia non è né l’Inferno né il Paradiso delle startup; quello che diventeremo dipenderà dalle finalità con le quali ci collegheremo.

Twitter: @massimochi