I Bitcoin entrano alla Camera, i legislatori li studiano

La Camera dei Deputati ha ospitato un incontro sul tema delle monete matematiche che ho avuto l’onore di moderare.

I concetti sono complessi, nuovi e affascinati, ma anche carichi di conseguenze sulle opportunità e rischi che comportano.

Come è complessa la storia rilevata dalle ricerche etnografiche che evidenziano come la scrittura sia stata inventata per tenere traccia degli scambi di merci, in Mesopotamia 10.000 anni fa, tra piccoli gruppi di persone. Quindi erano scritture contabili.

In seguito gli scambi si sono evoluti dai semplici cacciatori-raccoglitori in economie più complesse quando appunto si è iniziato a registrare in forma scritta queste prime transazioni sulle quali si è costruita la reciprocità e la fiducia.

C’è anche chi afferma (De Soto) che per mezzo della trascrizione di proprietà si conferiscono ai soggetti oltre al valore d’uso anche il valore di scambio dei beni, che consente ai mercati complessi di funzionare.  Tutto ciò ovviamente è stato possibile con la transizione dal baratto alla moneta.

Queste primitive necessità, la moneta e la trascrizione, hanno percorso tutta la nostra storia economica congiungendosi per mezzo delle banche. Successivamente è subentrato il potere dei governi sulla moneta inflattiva (che hanno fatto di tutto: l’hanno svuotata di valore intrinseco e resa fiduciaria, ne hanno preso il controllo dal lato dell’offerta regolandola a propria discrezione) e lo strapotere delle banche sui governi (too big to fail) hanno fatto nascere problemi che stiamo affrontando.

Oggi c’è un’altra grande discontinuità rispetto al passato, ossia le cripto monete digitali.

–  Digitali, nel senso che non sono fisiche come le banconote

–  Crypto, nel senso che la sicurezza è data dalla crittografia

–  Moneta che può essere usata come mezzo di pagamento.

Bitcoin, per l’appunto, che non è solo una forma di moneta per Internet, ma l’Internet della moneta dove è previsto un protocollo, un linguaggio programmabile, una rete di computer e una piattaforma per costruire nuove applicazioni su essa. In pratica un registro delle transazioni globale, pubblico e decentralizzato, dove sono trascritti per sempre trasferimenti di valore tra due portafogli, senza chiedere il permesso a nessuna autorità.

Con i molti interventi da parte dei relatori si è mirato ad aspetti di carattere tecnologico, economico e fiscale.

Hanno aperto l’evento Sebastiano Scròfina e Guido Baroncini Turricchia di Coincapital per introdurre rispettivamente il concetto di Bitcoin e del funzionamento del suo protocollo.  Gli aspetti macroeconomici sono stati affrontati dal professor Ferdinando Ametrano (Università Milano-Bicocca) che ha descritto una sua proposta che propone in questo paper.  Il Professor Francesco Vatalaro (Università Roma Tor Vergata) ha sottolineato come il termine “coin” dentro il nome del protocollo sia fuorviante, perché lega aspetti economici per future applicazioni che potrebbero essere al di fuori del mercato.  Anche i rischi sono stati considerati grazie a Massimo Bernaschi, ingegnere del CNR impegnato sulla sicurezza informatica.  Non è stata trascurata la tematica fiscale, il commercialista Roberto Tudini ci ha aiutato a comparare cosa sta accadendo a livello internazionale.

In conclusione c’è stato un panel che ha toccato i seguenti temi: moneta e trascrizione, sicurezza e deflazione.

I partecipanti al panel:

. il promotore dell’evento Stefano Quintarelli (On. Scelta Civica per l’Italia)

. Francesco Molinari (Sen. M5S)

. Andrea Boda (analista finanziario)

. Andrea Bianchi (imprenditore)

. Gabriele Domenichini (Bitcoin foundation)

Ci sono state molte istanze sollevate dal mondo imprenditoriale, finanziario e da parte delle associazioni. Una parte ha riguardato il modello economico: non siamo abituati a una moneta deflazionaria, abbiamo sempre vissuto con l’inflazione. Prima il valore era imposto e controllato da una Banca Centrale, se si afferma tale moneta sarà data da chi la adotta. Come ci comporteremo?

Di certo nel panel si è confutato tutto quello che sentiamo troppo spesso dai media: non è la moneta che si usa per reati che vanno dai furti ai fallimenti, è invece un protocollo che funziona bene, anche se forse non sarà il paradiso che si attende per affrancarci dal potere dei governi e delle banche.

È emerso anche un altro aspetto: oggi la legalità del bitcoin dipende da dove si vive e da cosa si fa con quella moneta.

Tali temi necessitano di una regolamentazione?

 

Twitter: @massimochi