Big Data ?

Ma cos'è il big data?
Per trovare le risposte facciamoci delle domande.

Chi li produce?
Le persone in rete, e ce ne sono sempre di più. Poi c’è "l’internet delle cose", miliardi di sensori che forniscono dati in continuazione.

Con cosa si creano?
In larga parte con i social media, che hanno interfacce molto semplici per la condivisione di tali dati. Purtroppo molti di essi -circa l'80%- sono destrutturati, nel senso che non hanno un modello identificabile, uno schema di riferimento con il quale è possibile inserirli in tabelle così da poter essere richiamati con i linguaggi convenzionali. Esempi sono le immagini e i video.

Come si generano?
L’interazione tra le persone, che è più orizzontale che verticale, produce molte più informazioni. Prima era “one-to-one” (telefono) o “one-to-many” (televisione), comunque pochi producevano dati e molti ne usufruivano. Ora, data la trasmissione per sua natura decentralizzata, il “many-to-many” (internet), si producono così tanti contenuti che il risultato è l’esplosione dei dati.

Perché ora?
Per le persone c’è il desiderio di partecipare e per le imprese c’è la necessità di estrarre valore da un numero imponente di dati con grande velocità.

In che modo digerirli?
È sempre la stessa storia: separare il segnale utile dal rumore, oppure il grano dal loglio. Il problema della raffinazione delle informazioni non esisterebbe senza la produzione incessante dei dati da parte delle persone e dei sensori arricchiti con il software. E i motori di ricerca non avrebbero alcun senso. Per trovare il senso, per trasformare i dati in informazioni, vi invito a leggere qui: http://segnalazionit.org/2009/11/il-miglior-filtro-per-le-ricerche-nel-web

Come sempre il valore è economico. Chi lo cattura?
Le conseguenze del big data non sono equamente distribuite. Alcuni settori (per esempio l’edile) non avranno un impatto così positivo come le altre imprese che usano intensamente l’ICT. Ne gioverà invece il Retail o chi in genere formulerà con più successo le ipotesi predittive sulle future necessità dei propri clienti.
C’è un’opportunità da cogliere non solo per le imprese, ma anche per le persone. Hal Varian, il capo degli economisti di Google, afferma che lavorare su questi dati, soprattutto con quelli destrutturati, sarà il lavoro del futuro. Un consiglio ai matematici e agli statistici: è il vostro momento.

Questi sono i vantaggi competitivi che porta con sé il big data.

  • Massimo |

    Fabrizio, accolgo il tuo commento con grande piacere. In effetti rileggendo la frase che ho scritto “non avranno un impatto così positivo” non rende bene l’idea del senso relativo che volevo esprimere. In altre parole, sulla scala dei benefici del Big Data, la produzione dei manufatti edili la considero con più bassa priorità rispetto a chi maneggia ogni giorno montagne di dati. Con ciò però non voglio certo escluderla dalla lista.
    Ti ringrazio per l’attenzione, ciao.

  • fabrizio renzi |

    Massimo innanzitutto complimenti per l’articolo molto chiaro ed interessante. Mi permetto di segnalarti quella che a mio avviso è una piccola imprecisione, dai big data potrebbe trarre vantaggio anche il settore edile. 🙂
    Pensa all’effetto di internet sul mercato immobiliare….ed al modo in cui le persone cercano casa oggi… Ti volevo suggerire l’esempio dell’agricoltura ma poi ho pensato ai prodotti biologici ed agriturismi….Non c’è scampo questo tema del big data è veramente BIG ed impatta tutti i settori. A mio parere in meglio.

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