Tutta l’intelligenza è stata inserita nei televisori, al di fuori ce n’è poca.
Infatti oggi si collegano a internet e hanno molte altre funzionalità grazie al software al loro interno.
Il software è proprio ciò che manca nel telecomando. Del resto ogni oggetto tecnologico si arricchisce, o meglio si evolve, più con le informazioni che con gli atomi di cui è costituito.
Il telecomando è sostanzialmente lo stesso fin dalla sua apparizione. Ha solo più tasti. Questo è il suo limite: navigare in internet è un’esperienza frustante.
Speriamo che arrivino presto delle APP low cost.
Se avessimo una APP che simuli un telecomando (sono usate ormai dappertutto) su smartphone o tablet, essa potrebbe, con un collegamento standard via bluetooth o wi-fi, scambiare informazioni con il televisore.
L’ideale sarebbe una “OPEN APP”, per far sì che un’unica applicazione possa gestire più televisori e media center, home theater, decoder per SKY, dvd e chipiùnehapiùnemetta.
Per esempio potremmo consultare l’EPG senza interrompere la visione; leggere il televideo; gestire in modalità finalmente un po’ più user-friendly i contenuti multimediali.
Proprio su questo tema, il nuovo concetto di “smarter remote control” potrebbe avere un ruolo.
Oggi ogni televisore, ogni dispositivo a esso collegato, si porta dietro il proprio telecomando. Ormai la situazione è insostenibile. Qui c’è un’opportunità di business per tutti i produttori di tablet: Apple, Microsoft e Google potrebbero offrire una soluzione di APP + media box. Sony e Samsung potrebbero facilitarci la vita integrando molto meglio TV e game console, nel caso Sony, e TV e tablet con Android, nel caso Samsung.
È inarrestabile la forza di voler personalizzare il mondo che ci circonda. Il nuovo telecomando a forma di APP ci aiuterà a superare i limiti che il produttore impone a tutti i clienti di quell’oggetto fisico.
Immagino che un giorno ci chiederemo come abbiamo fatto a vivere per così tanto tempo senza un APP tra i cuscini del divano. Se avverrà ci sarà ancora un altro “tap” invece dei vecchi “click”. Un altro passo verso l’inevitabile mondo di bit che avvolgono gli atomi.