Nuova segnaletica digitale

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Foto:  http://www.aostasera.it/articoli/2010/07/12/14545/per-una-segnaletica-turistica-di-successo-sempre-dritto

“Portare l’informatica in azienda”. Questo era il mantra negli anni ’80 quando si acquistava un computer perché lo facevano tutti per aumentare la produttività aziendale. All’inizio poche persone distinguevano tra hardware e software; tutte avevano bisogno di un consulente sia per mettere ordine sia per tirar fuori qualcosa di utile da quell’investimento. Chi pretendeva di far da sé spesso otteneva solo un moltiplicatore della sua confusione gestionale: si faceva più male che bene e l’azienda non diventava certo più competitiva sfruttando la leva dell’IT. 

Ora le aziende si ritrovano di nuovo disperse nel mare di Internet; devono capire dove sono e dove vogliono andare e hanno bisogno di aiuto, perché non comprendono il corretto uso degli strumenti (un social network o social media o una comunità?). La confusione è tanta perché Internet è ancora nella sua infanzia. Lo vediamo dalla sua grammatica, ancora scarna e povera.

Proviamo a indicare i nuovi segnali, che si evidenziano nelle prime mappe, non ancora ben delineati perché sono in via di costruzione.

I Social Media sono un contenitore generico (possiamo considerarlo un metamedium in termini tecnici) che racchiude tutte le relazioni tra le persone.

I Social Network sono più orientati sulle relazioni reciproche delle persone (es. Facebook, FriendFeed, Linkedin, ecc.)

Il microblogging, un canale ultrarapido di scambio tra le persone, è più allineato ai contenuti. Ad esempio Twitter non è propriamente un Social Network.

Invece la Community è orientata verso un interesse più o meno condiviso. Non occorre chiedere l’amicizia, come nel caso di Ebay. Poi ci sono quelle focalizzate sulle foto (Flickr) o sulla musica (Last.fm) o sui libri (Anobii).

Se ci limitiamo alla lettura, allora apparteniamo alla comunità con una relazione fredda. Se invece è ben progettata per invitarci –in scrittura- allora questa si sviluppa e attrae altri utenti, seguendo una logica di crescita a invarianza di scala (Laszlo Barabasi). Quindi la proporzione di nodi e legami resta invariata al crescere delle sue dimensioni; in altre parole si dice che la rete non è democratica, crescono solo i nodi già grandi (Facebook, Google, ecc.). 

Comunque tutte sono piattaforme, abilitate dalla tecnologia, per consentire alle persone di connettersi ed esprimersi. Proviamo a stabilire una sequenza:

1- Prima capire in quale punto dell’oceano si è stati catapultati.

2 – Comprenderne le segnaletiche.

3 – Infine decidere dove si vuole andare.

I social media servono per capire il mondo delle nostre relazioni, quindi politiche, professionali e personali. Chi gode della fiducia in rete guadagna una reputazione simile a quella di una forte valuta. Ci si affida sempre a una fonte autorevole, anche perché non scegliamo quasi più da soli i siti ma ci spingono le segnalazioni degli altri utenti della comunità cui apparteniamo. Sono loro che catturano la nostra attenzione e che hanno per noi un gran valore.

È l’effetto ristorante.

La pubblicità e le brochure che i promotori passano ai turisti hanno un impatto molto moderato, almeno comparato con la vista del ristorante con tante persone sedute ai tavoli. Quest’ultima è il motivo scatenante per entrare, a parte la fame. Ciò che vogliamo seguire è sempre l’informazione “unbiased”, in questo caso l’assenza di interessi privati nella segnalazione. 

Anche qui: qualcuno sarà pagato per la promozione. Nulla di male se lo dichiara; gravissimo se la nuova segnalazione digitale nasconde la relazione col ristoratore (è anche illegale per una direttiva europea, la 2005/29/CE). 

“Portare l’azienda in rete”. È questo il nuovo mantra. Però le cose sono migliorate: i benefici dell’informatica sono ben saldi nel DNA di ciascuna azienda. 

Molte hanno capito che non basta entrare in Internet, ora devono sfruttare i social network per vendere di più. Ma prima occorre comprenderne le dinamiche e gli strumenti, i quali hanno scopi molto diversi tra loro. Per non far danni e per non sprecare tempo e denaro, sarà meglio impararne le regole d’uso, ossia la segnaletica digitale.

Twitter: @massimochi