Il futuro è contemporaneo

Futuro2

Un tempo si diceva
che il treno passava una sola volta nella vita e che non bisognava perderlo. 
Ora ne passano
mille al giorno, bisogna saperlo scegliere e soprattutto essere pronti per
farsi scegliere.
 

Prima il treno era
un “dato”, quando passava bisognava prenderlo, c’era la convinzione che ci
avrebbe portato lontano, tendenzialmente verso il Nord. Il successo dell’iniziativa, adesso come allora, è incerto.

Oggi invece possiamo
prendere più treni contemporaneamente, di “dati” ne arrivano tantissimi,
dobbiamo però imparare a scegliere l’informazione che essi portano. Qualcuno
dice che basta imbroccare meno di 6 scambi, in
questa rete infinita di scelte, per arrivare alla destinazione più lontana
possibile. 
Il tempo è sempre
limitato, l’attenzione pure, allora cosa fare?

Occorre studiare
ma non solo: perché se non si applicano le idee non servono a nulla. 
Occorre lavorare
ma non solo, altrimenti non ci si può elevare. Eppure
 non
basta fare queste cose contemporaneamente: bisogna lavorare e studiare per il
lavoro di domani.
 

È molto difficile
anche per le aziende.

Esse formano
l’ambiente in cui operano e ne sono modellate. Continuamente. Le persone al suo
interno cambiano e anche quelle con cui si relazionano, così come le loro attività. 
In tutti questi
flussi contemporanei solo poche mantengono la coordinazione tra gli elementi
che la compongono e il mercato. 
Riescono a farlo
se mettono in piedi processi standardizzati, efficienti e innovativi.

Insomma l’ambiente
co-evolve con le aziende, e non può essere diversamente. 
Altrimenti vedremo
sempre più spesso passare da ”i miei concorrenti sono troppi
piccoli e inoffensivi” a “è ormai troppo tardi per reagire”, secondo lo schema
classico di Innovator’s Dilemma di Christensen.

Vedremo sempre di più questi
passaggi, per via della velocità dei cambiamenti che
sono sia tecnologici sia di business. Basta scegliere bene. Adesso.

Twitter: @massimochi