Second screen: la tv è caduta nella rete

Second screen
Non
facciamo altro che connettere un oggetto con l’altro. Tutto a tutti. 
Non
poteva mancare il televisore, il focolare delle nostre case, e così è diventato
di moda il
second
screen
l’idea di utilizzare un tablet o uno smartphone
per aggiungere un livello d’interattività non consentito dalla mera ricezione
televisiva.
 

Anche se sdraiati
sul divano, interagiamo con i nostri amici nei social network, che hanno così
successo perché sono dotati di proprietà adatte a chi si muove bene nel
digitale, per esempio sono: globali, liberi, orizzontali e interattivi. Bastava vedere ieri sera il flusso dei tweet che misuravano il polso dell’evento #escita, in tempo reale, e
ci sentivamo (con gli amici @insopportabile e @Galatea) più vicini, più partecipi. I commenti istantanei sono più coinvolgenti dei lunghi post
e dell'Auditel dei giorni successivi come quando vedere un programma non scatenava reazioni, se non il giorno dopo al
bar. Ma erano sempre a limitata diffusione nel tempo e nello spazio.
 

I
telespettatori stanno mutando il loro ruolo: non sono più solo riceventi ma anche
produttori. Partecipano perché si
ha tempo in eccedenza, si vuole condividere la propria impressione e aumentare
la propria presenza in rete.

Così
sfruttiamo Internet come piattaforma per generare effetti che prima non
esistevano. 
Il
più importante è l’effetto rete: i produttori confezionano i programmi per fare
in modo che la visione possa essere rilanciata con commenti in rete e
aumentare il suo valore e l’attenzione degli altri.

I
numeri crescono in modo impressionante, si stima che in America 
l’85%
dei possessori di smartphone li usi per interagire durante la visione dei
programmi. Anche in Italia si segue il momento, Vincenzo Cosenza di Blogmeter ha appena pubblicato uno studio tra TV e ingaggi nei social media. Sono d
ati
che attirano gli strateghi del marketing che intravedono la possibilità di
avere esposizioni multiple delle loro promozioni su più dispositivi
contemporaneamente e raggiungere così diversi segmenti di consumatori per
monetizzare l’attenzione.

Il
fenomeno del
second screen è un ulteriore passo in avanti per fare le
stesse cose, nello stesso tempo, e scambiarci i pensieri con il nostro gruppo
sociale. Anche quando siamo in casa davanti al televisore, da soli, ma ora lo
facciamo sapere a tutti.

Twitter:
@massimochi

  • giansanto rizzotti |

    il second screen ha decretato la condanna a rapida morte della pubblicità tabellare. E’ lo spazio/tempo che viene maggiormente usato per interagire sui social. Ma nessuno lo ammette volentieri.

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