L’attenzione è la
corrente del pensiero.
Generata dai più
disparati interessi, si muove seguendo la legge che guida tutte le correnti:
andrà dove incontrerà meno resistenza. Così come fa l’acqua, l’aria, la corrente
elettrica.
È opinione comune
che i blogger, mediamente, vedono calare il numero di visitatori. Accade lo
stesso per i siti dei grandi quotidiani, Pier Luca ne tiene sempre traccia.
Ci si riferisce a
ciò che accade online, dove c’è qualcosa che ci allontana dai post dei blog e ci fa tendere verso i micro-messaggi.
Perché accade?
* O è aumentata
l’offerta (i.e. tutti scrivono) tanto da frammentare e distribuire su più siti
il tempo delle persone
* oppure si legge
sempre meno articoli di blog (sono più lunghi) perché l’attenzione si ferma agli
status update su Facebook, ai Tweet, alle altre notifiche, etc.
E' probabile anche una
combinazione dei suddetti comportamenti, così come il numero dei
lettori online che aumenta in funzione del trend demografico introdotto dai
nativi digitali, che di certo spendono più tempo sui social network.
C’è un altro aspetto: questa quota
crescente è più attiva, partecipa di fatto alla produzione delle informazioni.
E tutti prestano attenzione 24 su 24 al loro smartphone, in attesa di una qualche forma
di riconoscimento, un Like, un RT, una menzione, sempre molto breve. Un tempo la necessità erano solo le informazioni, ora invece vogliamo
anche l’intrattenimento, che è per natura più fatuo, un
alleggerimento, una scorciatoia del pensiero.
Mettere in corto circuito significa saltare alle
conclusioni, ossia non affaticarsi a ordinare i pensieri per chiederci cosa davvero pensiamo. Una poderosa e recente
ricerca del professor Giovanni Boccia Artieri riporta infatti:
“Facebook è
sempre più quella cosa che ti vibra in tasca quando arriva una notifica, si
inserisce negli interstizi della quotidianità, nei luoghi, nelle conversazioni,
nei momenti “fra questo e quello”.
Il problema è che
scaricano l’attenzione immediatamente, con un inizio e una conclusione già
prevedibile in pochi secondi. L’ideale quando si è stanchi e si ha poco tempo. Una
condizione normale dove l’insieme tempo, sempre più scarso con il miraggio di
fare più cose contemporaneamente, deve far spazio al suo sotto-insieme, ossia all’attenzione.
C’è chi sostiene che
se il testo è di proprio interesse lo si segue fino alla fine, ma oggi l’immediatezza dei nuovi media, sempre in real
time, è il killer dei post. Nonostante questo, il blog resta un potente strumento per
manifestare il proprio pensiero, forse l’unico.
Se siete arrivati
fin qui vuol dire che avete resistito all’impulso di controllare il vostro
smartphone; che la riflessione ha vinto sulla tempestività; che il ragionamento non ha ceduto a una gratificazione istantanea. Più probabilmente, avete letto il post a pezzi, con la coda dell’occhio puntato sulle
notifiche delle altre app, tanto su Facebook c’è sempre qualcuno online.
Twitter: @massimochi