Prendiamo qualsiasi business e dividiamolo per produzione e distribuzione. Se la produzione consiste in informazioni che possono essere digitalizzate allora Internet interviene sia sul lato della creazione (tutti possono realizzare opere) e sia sul lato della distribuzione, spesso sparigliando gli intermediari.
Questa grande offerta di contenuti segue l'andamento descritto nel grafico sottostante.
Si parte da un’invenzione che pian piano si perfeziona, poi diventa più piccola ed efficiente e il costo di produzione si riduce fino a diventare di uso comune; diventa una vera e propria innovazione.
Quando un bene è a disposizione di tutti, se è ben compreso nelle sue caratteristiche generali, allora possiamo star sicuri che quel bene è una commodity: i fornitori competono solo sul prezzo.
Facciamo alcuni esempi:
– Apple promuove con iTunes contenuti commodity per i suoi hardware premium;
– Google preferisce hardware commodity (infatti ha venduto Motorola a Lenovo) per diffondere i risultati basati sulle sue ricerche;
– Amazon vuole hardware commodity per contenuti premium, ossia i libri sul suo marketplace.
La battaglia degli OTT/CP (Over the Top / Content Provider, come Google ad esempio) contro le Telco sono altri esempi dello stesso campo di battaglia.
Si può notare come hardware e software siano assimilabili ai beni complementari. Una caratteristica dei beni complementari è che la domanda di uno aumenta quando il prezzo dell’altro diminuisce.
La rincorsa alle API (Interfaccia di Programmazione di un'Applicazione) si basa proprio sull’effetto di complementarietà, poiché i suoi effetti non sono lineari: chi ha successo prende quasi tutto il mercato. Per esempio vediamo Amazon, Twitter, Facebook, etc. che con le API cercano di rendere commodity i servizi ospitati sulle rispettive piattaforme. Chi riesce a creare una piattaforma farà in modo che altri partner integrino e costruiscano servizi a beneficio di tutti gli utilizzatori.
Quando sei in una rete e non fai nulla di attivo senti la pressione dei movimenti degli altri nodi, dove sei strattonato di continuo. Se vuoi restarci devi omologarti, e sottostare alle condizioni è un compromesso al ribasso. Quando invece sei tu uno che si muove prima della concorrenza, ti sorprenderai nel sentire la forza che sprigioni e che allo stesso tempo attrai.
In sintesi, prima dell'appello finale, la differenza tra un bene di valore e una commodity è la quantità d'informazioni insite nel prodotto che si riescono a mostrare in rete.
Caro imprenditore,
la madre di tutte le sfide competitive è capire come rendere commodity il bene complementare. Per non rischiare di fare da spalla sulla quale gli altri s’innalzeranno, studia come vincerla e vedrai aumentare la domanda del bene che vuoi vendere.
Twitter: @massimochi