Rinunceresti allo smartphone?

 
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Immagina di fare
una scelta:

Opzione A – Mantenere solo la tecnologia prodotta fino al 2002 e quindi Amazon e semplici telefonini per
esempio, ma in cambio avere acqua corrente e bagno in casa;

oppure

Opzione B – Avere ciò
che è inventato dal 2002 in poi come l’iPad, iPhone, Facebook e Twitter, rinunciando
a tutto il resto (quindi tocca uscire di casa di notte per andare in bagno).

Cosa sceglieresti?

Questa è la
domanda che l’economista Robert J. Gordon pone a migliaia di persone. Il paper si
concentra sulla produttività e sul PIL derivanti dall’ultima
rivoluzione industriale, quella informatica. A noi interessa il perché gli
occidentali scelgono in massa l’opzione A, la più comoda, mentre gli altri popoli scelgono
la B.

Una conferma,
anche se con debole correlazione, si trova in un rapporto ONU, dove si
esplicita che in un mondo di 7 miliardi di persone, 6 miliardi hanno un
telefono mobile e solo 4,5 miliardi hanno accesso a una toilette.

Per gli occidentali le
comodità del passato si sono trasformate in necessità. Non vogliamo
rinunciare a ciò che abbiamo nelle nostre ricche case. Invece i Paesi in via di
sviluppo non rinunciano a ciò che possono avere dall’esterno, la loro vera
ricchezza, ossia le informazioni. È un modo per
accendere il motore, per andare avanti. Ciò significa connettersi con gli altri
cervelli, imparare dagli altri per migliorare, così creeranno ricchezza senza per forza creare oggetti. Glielo auguriamo.

Il modello capitalistico che abbiamo adottato predica l'opposto, ma comunque rinunceremmo a tutto
questo per la connessione all’acqua corrente. Si può pensare che
è facile per i poveri fare il trade-off tra cedere l’eredità del passato (che
non c’è) e le possibilità future. In realtà è la differenza tra l’approccio
materialistico occidentale e la spiritualità di chi è povero; noi vogliamo toccare
le cose, loro vogliono “sentirle”.

Se la ricchezza si
esprime con:

– le idee

– le relazioni

– i beni materiali

puntare tanto, come
facciamo noi, sull’ultimo punto non ci porterà lontano.

Di fronte alla
scelta noi lasciamo tutte le cose odierne, i poveri invece lasciano il vecchio. Come se per noi il futuro fosse scontato, e questo è un segno di declino. Una conseguenza è che
loro abbracceranno meglio le tre tecnologie che stanno trasformando il mondo: il cloud,
lo smartphone e il social che le tiene insieme.

Senza scomodare l'analisi dei bisogni di Maslow, si può abbozzare
una prima riflessione sulla nostra (ipotetica) rinuncia: tutto ciò che abbiamo
adesso, in tasca e in casa, è più per imitazione che per necessità. 

Twitter:
@massimochi
 

  • Massimo |

    @Paolo, concordo moltissimo con lei. Infatti si dice che l’economista è colui che ti dirà domani perchè quello che ha previsto ieri non si è avverato. Grazie per il commento.

  • Paolo Lombardi |

    Opzione C: L’economia fa parte di quelle categorie del sapere umano per le quali le ipotesi di lavoro non possono essere verificate in precedenza con una adeguata sperimentazione in laboratorio. Sarebbe bene che gli economisti la smettessero di dire castronerie.

  • Giorgio |

    Condivido in parte l’analisi, ma non bisogna dimenticare la scala dei bisogni dell’Uomo, così come redatta ad esempio, dallo psicologo statunitense Abraham Maslow (fonte Wikipedia):
    Bisogni fisiologici (fame, sete, sonno, ecc.)
    Bisogni di salvezza, salute fisica, sicurezza e protezione
    Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)
    Bisogni di stima, di prestigio, di successo
    Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).
    Va da sè che avere acqua corrente e bagno in casa soddisfano ANCHE bisogni legati alla prima e seconda categoria (sete, sicurezza) mentre lo smartphone appartiene più a bisogni secondari e non primari.
    Detto questo ognuno la può vedere come crede, io credo che tanto dipenda da come vive ogni popolo, dalle abitudini che si sono venute a creare nella società nel corso dei secoli.
    Infine, facendo riferimento alla scala dei bisogni, credo sia fisiologico partire dal consolidare le comodità che soddisfano bisogni primari per giungere alle comodità (smatphone) che soddisfano bisogni secondari. Non si fa altro che percorrere la strada. Se si può porre la domanda di questo post, è grazie ai popoli che hanno percorso per intero questa piramide…
    Ora, porre la scelta, semplicemente non ha senso.

  • Massimo |

    @Lucio, è vero, per questo ho messo la frase “…anche se con debole correlazione” Grazie per il commento.

  • Lucio Bragagnolo |

    Sei miliardi di telefoni mobili nel mondo sono un concetto lontanissimo dall’idea di sei miliardi di persone con un telefono mobile ciascuna. I sei miliardi sono *abbonamenti* mobili. Molte persone hanno più abbonamenti e molte apparecchiature hanno un abbonamento senza per questo essere persone.

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