Passerà da qui il dopo Pininfarina?

La spesa per ricerca e sviluppo è la cifra che misura la distanza di un finanziere da un industriale. Questo è un concetto che viene prima della decisione sul luogo in cui iniziare o mantenere la produzione.

L’occupazione di molti di noi si giustifica, e dipende, dalla presenza in Italia del tessuto industriale. La politica industriale, il grado di attrattività per le imprese estere e il livello di competizione di quelle italiane hanno delle conseguenze sull’occupazione e quindi sul benessere dei lavoratori.

Dobbiamo dare atto a Marchionne di averci spalancato gli occhi sul pericolo incombente di sparizione che minaccia gli operai. Questi se ne sono assunti ancora una volta l’onere, però al posto di una rinascita è apparsa un’illusione, l’ennesima da parte di finanzieri che non investono sui prodotti e neanche sulle persone. Diciamo che invertono l’ordine di causalità.

In proposito oggi è doveroso commemorare la scomparsa di Sergio Pininfarina; la storia di quest’uomo, che ha creato un marchio di qualità riconosciuto in tutto il mondo, esemplifica cosa può accadere quando manca l’investimento in uno dei settori più importanti per il successo di una autovettura: il design.

Il design non è un fattore estetico, la vettura dall’esterno. Invece fa vedere l’idea che c’è dietro il disegno, anche se non è d’immediata misurazione perché non comprende quantità ma qualità, e altre caratteristiche intangibili.

In Italia avevamo una buona tradizione nell’alta gamma poi, fondendoci con gli americani, siamo arrivati a costruire ibridi che non ispirano emozioni (vedi figura)

Ibrido2Freemont2

Fonte: http://revistaautoesporte.globo.com/Revista/Autoesporte/0,,EMI289759-15846,00.html

e forse ci danno la migliore spiegazione del crollo delle vendite. Cercare di vendere dappertutto un modello è un’utopia, poiché non si considerano i contesti molto differenti. Si vuole solo abbassare i costi e non guardare a chi è destinato.

Il design italiano era l’arte di progettare una vettura con uno stile inconfondibile superando, allo stesso tempo, i limiti dei materiali e la scarsa precisione delle catene di montaggio.

Un miracolo, mantenuto per moltissimi decenni. I verbi sono coniugati al passato perché la perdita di Pininfarina, non sarà facile da rimpiazzare e il made in Italy si svaluterà se non ha più i riferimenti culturali italiani.

Continuiamo a sperare che i nuovi designer possano tradurli in modelli esemplari e, nel caso accada, vedrete che le quote di mercato risaliranno.

Twitter: @massimochi

  • Roberto |

    Dice bene circa gli effetti devastanti determinati dal progressivo impoverimento e dissolvimento industriale che vive il nostro paese che sicuramente dipendono dalla mancanza di una politica industriale o meglio economico-produttiva che non c’è mai stata.
    Le uniche preoccupazioni, se tali potevano definirsi, erano certo rivolte al mantenimento dello status quo e di quei piccoli o gradi privilegi che presuntuosamente ci portano a disdegnare quanto invece a chiacchiere auspichiamo quale vento di rinnovamento. Dott. Chiriatti non prendiamoci in giro perché non si può continuare, come pare faccia Lei, ad auspicarsi un rinnovamento do un nuovo Pininfarina quando spazio al nuovo non lasciate per primi Voi dell’informazione. Un nuovo Pininfarina potrebbe anche saltar fuori, bravo o meno bravo, tutto va bene a patto che provenga da quella parte di società che certo non può avere padri operai. Certamente tutto questo sino ad oggi ha consentito il mantenimento dello status quo e di quei piccoli privilegi che tutto giustificano tranne che l’onestà intellettuale. Per questo la prego di guardare, sia Lei che i Suoi colleghi, a quello che in Italia c’è. Perché di Pinifarina ce ne sono tanti, ma tanti che Lei nemmeno immagina e può vedere da dietro la Sua scrivania. Tanti che lottano e costruiscono nell’ombra perché la legge del giornalismo riserva attenzione solamente a chi ha già ottenuto il consenso e non certo a chi lo ricerca. Purtroppo, e Lei lo sa bene, il consenso lo avevano alcuni ed in pochi che lo hanno in molti casi utilizzato per svuotare le fabbriche a vantaggio di produzioni a più basso costo facendo pagare a quelli che lo cercavano e che lo cercano ancor oggi un prezzo che certamente non potrà mai immaginare. Per cui non si auspichi quello che nei fatti non potrà mai accogliere e che non potrà mai aiutare e riconoscere. Un cordiale saluto

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