Cogliamo insieme le opportunità dell’AI

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Partiamo da un dato: le donne che lavorano in Italia sono troppo poche.
L’Eurostat dichiara che il tasso di occupazione femminile è circa al 50%: ben 18 punti sotto quello maschile e siamo penultimi in Europa.
Ciò comporta, a livello macro, in sequenza:
poco reddito per le persone > poca spesa > poca crescita > minori investimenti > poche entrate fiscali per lo Stato – > deficit pubblico.

Il futuro del lavoro richiederà probabilmente alle persone di lavorare più a stretto contatto con la tecnologia. E l’AI è una tecnologia potenzialmente divisiva, ossia rischia -se non governata- di far aumentare le distanze tra i paesi avanzati e gli altri; anche all’interno del paese tra chi possiede quelle capacità, quei dati e quei capitali.
Anche tra uomini e donne.

I pericoli
I lavori che attualmente svolgono spesso le donne potrebbero essere più inclini all’automazione.
Inoltre, gli uomini che perderanno il lavoro nelle fasce più alte, accetteranno mansioni e salari più bassi pur di ricollocarsi, esercitando più pressione al ribasso sui salari. A più lungo termine, alcune donne potrebbero essere costrette a lasciare del tutto il mercato del lavoro.
Nelle economie mature, la maggior parte delle donne (e degli uomini) devono passare a occupazioni che richiederanno requisiti educativi e competenze più elevati. Da formare in fretta e con un più alto livello di mobilità geografica.

Le opportunità
Si può osservare che le donne stanno recuperando la formazione di alto livello, per mettersi in pari e magari superare gli uomini. Sono per natura più flessibili ai cambiamenti e più empatiche.
È inoltre essenziale che le donne partecipino alla fase di progettazione della tecnologia, perché il loro contributo può aiutare a risolvere le preoccupazioni relative al pregiudizio (bias) di genere integrato negli algoritmi dell’intelligenza artificiale.

McKinsey ha pubblicato un report specifico sull’occupazione femminile, “The future of women at work” di 168 pagine scaricabile qui:
https://www.mckinsey.com/~/media/mckinsey/featured%20insights/gender%20equality/the%20future%20of%20women%20at%20work%20transitions%20in%20the%20age%20of%20automation/mgi-the-future-of-women-at-work-report.ashx

Tra grafici molto dettagliati, ci sono questi numeri desolanti:
le donne sono significativamente sotto-rappresentate nei lavori di tecnologia: meno del 20 percento dei lavoratori di tecnologia sono donne in molte economie mature. Nel capitale di rischio è ancora peggio (85% tutti gli uomini e 2% tutte le donne, 13 neutrali).

Ancora non hanno formato una rete di amicizie equivalente agli uomini che le aiutino a colmare le skills velocemente e a progredire nella carriera. Forse il modello di inseguire caratterialmente gli uomini non è premiante.
Le scelte di oggi tracceranno la strada di domani.
È il momento di affilare le skills per recuperare il gap.